venerdì 13 settembre 2013

Kimi in red

Kimi Raikkonen, vincitore del titolo iridato con la Ferrari nel 2007, ritorna nella scuderia del cavallino rampante dopo due anni in Lotus.
Possiamo dire che era destino: "la Ferrari sarà la mia ultima squadra in Formula 1", avevo dichiarato più volte tra il 2007 e il 2008, e così molto probabilmente sarà.
Nonostante il licenziamento nel 2009, con il successivo e rapido ingaggio di Alonso, la scuderia di Maranello non ha potuto fare a meno del suo 
pilota di ghiaccio, protagonista della 200esima vittoria della Ferrari al gran premio di Cina nel 2007 e della 200esima pole position (francia 2008), per non parlare del titolo mondiale al suo primo anno in rosso (terzo ferrarista della storia a riuscirci dopo Juan Manuel Fangio e Jody Scheckter).
Raikkonen, si sa già a partire dal suo soprannome, è glaciale: non vuole parlare con i giornalisti- la sua solita risposta è infatti "wait see", aspettiamo di vedere-, non esulta o salta o ride e scherza sul podio ma beve semplicemente il suo champagne come se quella vittoria fosse semplicemente "dovere di pilota", il secondo posto non lo soddisfa perchè "non è il primo", non ha twitter, o qualsiasi altro social network,è riservato-fin troppo-, ama la vodka da buon finladese e dice quello che pensa, sempre-indimenticabile è infatti il suo team radio "leave me alone, I know what I'm doing", lasciatemi in pace, so cosa sto facendo. Ma soprattutto è una persona che dietro la maschera di ghiaccio ha dei sentimenti. Lo fece capire al mondo intero quando lasciò la formula 1 affermando: "ci sono troppi interessi economici, è solo business e politica, questo mondo mi fa schifo".
Kimi era stato tradito, accoltellato alle spalle da quella squadra che lui stesso aveva definito "una famiglia".Parole, questa che hanno una grandezza immensa soprattutto perchè pronunciate da una persona che fa della freddezza la sua caratteristica principale.

E se Venditti cantava "certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano", così è per iceman... il pilota che la Ferrari non merita, per come è stato trattato, ma quello di cui ha bisogno- con i nuovi motori turbo, avversari sempre più competitivi e i capricci di Alonso- per la sua esperienza, la sua bravura, la sua lealtà (proprio come il Cavaliere Oscuro.




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